Cosa è l'intelligenza artificiale e come funziona ChatGPT?
ChatGPT: “Certamente! L'intelligenza artificiale (AI) è una tecnologia che consente ai computer di imitare le capacità umane di apprendimento, ragionamento e risoluzione dei problemi. L'AI può essere divisa in diverse categorie, come il machine learning, il deep learning e la programmazione genetica.
L’intelligenza artificiale come ChatGPT è un esempio di modello basato sul linguaggio naturale. Si tratta di un sistema di elaborazione del linguaggio naturale che utilizza tecniche di machine learning per generare testo in modo autonomo. ChatGPT è stata addestrata su un enorme corpus di testo di diversi tipi, tra cui libri, articoli di giornale, pagine web e conversazioni. Durante l'addestramento, il modello ha imparato a riconoscere schemi e relazioni nei dati di input e a utilizzarli per produrre testo coerente e sensato.
In pratica, quando un utente invia una domanda a ChatGPT, il sistema elabora la domanda e cerca di comprendere il significato dietro la richiesta. Successivamente, ChatGPT cerca di generare una risposta che sia pertinente e informativa, basandosi sulle conoscenze acquisite durante l'addestramento. Ciò avviene attraverso l'uso di algoritmi di elaborazione del linguaggio naturale, che consentono a ChatGPT di analizzare e comprendere il significato di parole e frasi, di identificare relazioni tra concetti e di generare risposte in modo autonomo.”
Tutto chiaro, ma quindi fa tutto lui?
La risposta di ChatGPT riportata qui sopra sorprende per forma e contenuto. Sembra scritta da un umano e, a prima vista, potrebbe tranquillamente essere utilizzata in modo più esteso per produrre un articolo come questo. Il risultato finale sarebbe però un testo piuttosto blando, pieno di frasi fatte e “supercazzole” senza una valida struttura ovvero senza un buon punto di partenza, delle argomentazioni logiche e delle conclusioni personali. Insomma, una gran noia.
Il motivo è presto spiegato. Le attuali intelligenze artificiali non applicano un “senso critico” alla domanda effettuata, ma analizzano milioni di record (i cosiddetti DataSet) per produrre un risultato che sia statisticamente più vicino alla risposta che l’utente potrebbe ritenere corretta.
l’AI non riflette sul significato del messaggio ma propone un’analisi dei dati in termini sostanzialmente quantitativi.
Da qui le continue ripetizioni, la mancanza di un carattere identitario nel contenuto e le frequenti cantonate causate da sorgenti di dubbia qualità. In quest’ottica, questa generazione di AI è chiamata da molti "intelligenza generativa".
È quindi ancora necessario un intervento umano per ottenere un risultato utile dall’intelligenza artificiale. Da un lato dobbiamo porre domande adeguatamente strutturate (una competenza che ha già il suo nome: prompter), dall’altro dovremo necessariamente rielaborare la risposta utilizzandola più come semilavorato, suggerimento o addirittura ispirazione per partire con un contenuto totalmente nuovo.